Ma voi, per uno sbalzo tricolore, avete lasciato trafugare il consenso tellurico? Non v'accorgete che è un fasto fisiologico l'equipaggiamento che mordete con mandibole da mitomane? La definizione delle nostre particelle è un suicidio, una gradinata declive, imperlata da gemme e scroti. E quell'eccesso particolare deve staccare, deve spezzare la veglia: ha stancato; le reti di frassino, i peli di rame, mani fra i capelli. Il disprezzo e due punti, un precipizio di finestre, uno scarto leggibile...perchè è una deiezione metafisica, e il tintinnio è pur logico, se pur pur dattiloscritto, che è un divenire di scaccomatto al sibilio e allo strepito e al clamore taciturno che fracassa rondini ovattate. Cotone e lino s'arrampicano in rivoluzione come trasferte sbiadite. Insomma, occhi sprangati. Respiro in rima. Contorsione scandita. Sta forse a me modificare il tragitto dei disdegni? Io posso pur sempre bagnarmi di radiazione, ma quel cubo non posso proprio risolverlo. 0 a 1. Le strategie termiche si sono tessute a vicenda, ricordo su ricordo, desiderio per ogni eccesso. Ideiamo la prova, anche se, il teoretico è insipiente, e cadrà sempre nei fossi di spazio. In generale le opzioni sono concetti predefiniti, [fede,] essere, consistere, in un modo scabroso divenire, ecc. Ad ogni modo non sono responsabilità: secondo l'Ade, - esse (s), rivendicazioni e chiazza sanguigna, - esse trovano esaltazione - sempre strisciante - più promettente nel mattatoio solipsismo intutitivo e interpersonale. Per non tradirsi, si realizzano. È micidiale il consenso che trovano...tanto smisurato quanto la menzogna che aggrava su di loro quando una di queste ne esige l'essenza. Solo l'immaginazione siderale riesce a sradicare le realtà ultime. E pompati di caos, si danza nella burla di fango, nel brivido d'uno sguardo. L'ovatta non trova spago, e la mela fa scoprire qualcosa che ora pare sia smentita. Il disprezzo vi è per tutti. Anzitutto per la perdita di cui si discorreva, - che poi, perdita non è. Alla fine: il soggetto sconfigge l'oggetto, proprio all'interno del soggetto stesso; per questo lo sbaraglia sadicamente. Il cielo del disprezzo è sempre rasoterra col suolo con cui fila - sdrucciolando falsamente.
per chi non avesse colto, sappiate solo che è puro refrigerio, uno sprint di foga che si stende sull'impulso della negazione; una verità che s'infrange sui lembi di fisima spenta.
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