{c'è sempre una profondità, spalancata nel rapporto in cui un diametro spaziale, e ce ne ha tanti, tipo torri di pori rotti, occluda la possibilità di infiltraggio, cose come sensori, termometri d'identità, spie che spoetizzano lo scopo del segnale, fanno lo spoiler attraverso una sonda emittente memorie/memento audere semper. in ogni caso, non fidarti di me, ma sappi che l'abisso posizionale, tal baratro secolare s'incarna nella scossa, e sempre inghiotte la sfrangiatura che si attiva per ogni passaggio[: non sta a credermi, ma le cose stanno così: cielo e inferno sono lo stesso, quello che cambia è il loro fremito, dove la scarica diviene improporzione, proprio perchè si muove; (attira su di sè ogni attenzione, è l'unico cristallo riflettente, fluo imme(r/n)so nel party del buio, e funziona, innesta un parco egologico, una fiera delle vanità, perciò anche se non è vero capirai come ogni suo strappo sia uno schianto universale, ogni prurito la sostanza del movimento, è in sè ciò che è per sè, l'eidetica del reale. per l'accesso al narciso occorre sempre almeno uno specchio, qui ne è circondato, schedato, pattern di laser che nella loro circolarità fossilizzano ciò che non sono, nodo focale, il rapporto tra tutto, ciò che sartre dava per strati di ego, je, me, catalizzatore di ciò che più non gli appartiene. questo orizzonte di gelo ne disvela la funzione, l'intero è immobile, non nel mezzo, ma del viavai, l'irrigidirsi dello shopping, il fissamento nella catena di montaggio. è pura condensazione, attrazione ferromagnetica dell'oggetto, e l'ossimoro è la perfetta sintesi di come stanno le cose: il contrasto che fluisce per vie trasverse. infatti ogni aporia funziona per gallerie, CERN sotterranei a più trasmissioni, vige l'isolamento, non si incontra mai niente, c'è il parallelismo dell'evasione, e ciò spara la faccenda non come opposizione, ma come incompatibilità, e questa è un'antinomia anatomica, strutturale, e di conseguenza, antidell'antidell'antiecc, sempre più giù, più all'interno dell'officina, esponenziali le inconciliabilità in uno spazio sempre più ristretto, angusto ab aeterno, sempre più delcive al nucleo del contrasto) quindi dove c'è uno schizzo dinamico ci stà sempre un intasamento, e nelle piogge del water, sempre un ingrandimento, non chimico ma scacchistico, un moskstraumen di qualità che fa del liquido un sudoku] le dosi sono troppe, prorompono in ciò che dovrebbe essere pace, effettuando lo scanner per cui esce in stampa ∞D lo spossamento delle cose, talmente sbattute, da divetare malate}: ora credimi, ormai sono spastiche
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