lunedì 10 gennaio 2011

nnt imp e saluti

Indifferenza e menzione
una condanna, una condannaaa
che con scaglie di taglio
s'incendia nel baratro dove si piscia.
Questo cielo, che ingabbia con colate d'ossigeno
che snerva l'osso con sacchi di freddo
è un sorso d'inzuppo è una sciarpa intensa
è una meteora di chili
che siedono sul tuo capo stampato.
Io, carminio camerista cuore di uosa
sotto tal cielo, in debito con l'esser torchiato,
nel più insulso lago di scorticato tessuto.
Il cielo, monitor dinamico di spaghetti stinti,
di sopra è rotto col significato
sformato nel canto di un neonato.
L'ometto stecco che non crolla sono io,
solo con la risata che sradica soffitti,
che impenna versatili entusiasmi
che viene udito solo da se stesso.

La pulsazione è una volontà didattica e il senso un'ilarità versata a ritmo di chiatta...
passeggiata nelle nuvole più nuvolose, nel cinerino d'una umidità rarefatta
a basso pendio, dove gli stendardi son spulciati, sciorinare alle litote termiti
- stuoli nel fiocco di neve in disfagia planetaria.

E il punto . è uno unico solitario taciuto peculiare retrosenso
accisa l'erezione, mi mando nel mondo come un agnello in mezzo al.

Debita conseguenza: abusione di passione. Null'altro che una parola.
Interessamento malazzato, infervorato nella sfera nostra; cala il caglio dove c'è ciò che non dovrebbe.
Si cerca l'enzima di sangue, la parola smorta e il sorriso si ripiega
in un broncio sensato alle labbra d'un oroscopo, di una folle ribollita dopo un'uccisione.
-
Una gara di plasma, di nervi in aderenza
e quando intima un latrato la zizzania parabolica è perpendicolare quanto dove si vuol scagliare
a spiga color carta da gioco
-
prostrati al cielo, nelle ceneri del mantenimento.

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