mercoledì 20 marzo 2013

the trial at all

narice - VITTIMA:  giù, nel quartiere dell'indigestione, si è affollata, svolta a carica di volt e poi voltata, l'estensione massacrabile, e per questo, sempre appunto con taccuino, massacrata. la si è riconosciuta per il neo a spirale, quello presente a chi ancora accredita fiducia all'infinito, era, insomma, un'eternità rabbuiata, per il fatto che increa la sezione, l'intervallo, la scissione tra superfici, un paradiso truce per dirla in termini dissonanti, cioè l'inferno. dunque si riconosce lo spazio per l'inferno, non ha cancello nè porte, solo cancella la morte, e questo lo definisce congruo. non aveva poi tatuaggi o voglie, ma si capisce comunque la distanza che lo separa da un vizio o da un difetto, perchè l'area è capiente, è vana, corrisponde ad aria andata, non s'impenna e non carica, giace in riservatezza a intercapedine, occupa il reclamo, lo spazio dell'evocazione

arteria - DIFESA: da qui, ogni discolpa per le messe nere, la difesa punta ad una reintegrazione acefale del diavolo, bombarda una giuria innestandosi al detonare nell'intesa, per raccoglierla, centellinarla sempre prima di immergersi al punto esatto dello slogan, alla forma che gli sopravvive, comunque con l'idea del nuoto, o meglio dell'apnea, un moto nuovo involato a motto, rottame del mondo

cuore - IMPUTATO: bhe senza una spesa di parole, sguainiamo lo scontrino, cioè un totale che annette in sè l'idea di impatto e micro, un contrasto ridotto che proietta in piccolo ogni cosa che gli è passata dentro, per poi uscire dalla cassa come un premio, per mostrare l'antinomia che un incontro esige, l'incoerenza limitata in quello che si è fatto, l'attuato. ed è una pulviscola parte, a paragone delle cose che si possono fare, e da qui la morale: non sprecarsi, il combustibile delle cose è un consumo che intende chi lo pratica dentro, e deteriorando non innesta morte, ma vita, incendiando produce ossigeno, non uccide, fa vivere. QED l'imputato è sempre uno di malavita, uno con la cicatrice.

arteria - ACCUSA: sempre la parte migliore, e come tale, giustissimo che sia così, a dire il vero un cazzo per niente, ma è così e punto non ci puoi fare niente tu, è talmente quotidiana che non la ritrovi se non in tram, in posta, posti in cui non serve, asservendo alla dissonanza che le da importanza. deve muoversi su un piano diverso per adoperarla, perchè ti è dentro e per cui ti da solo una pacca sulla spalla

narice - VERDETTO: poichè sul fatto si è colta, schedata una griglia che non appartiene alle linee, ma, sempre più approssimativamente, alle parallele, schieramenti di validità complanari che fiancheggiano l'asse del resoconto, della metratura del budget, e le vedo dentro l'iride, segnali elettrici che si azionano in tentativi, spingono, si fanno sgambetti, giocano, mordono e vogliono dilaniarsi, ma è tutto bloccato, tutto nel flash di cattura sensoriale, alla parete di plasma che ne marca le vie, le succursali, i cartelli stradali e i loro limiti, ci accorgiamo come coscienza di presa, che tutte le realtà poste a camera d'aria stanno a cuccia come fessure d'intensità, rientranze che tengono su, dei fori che si riempiono, nella posizione di sostegno, inghiottono e si caricano, di che cosa, non si è ancora capito, poichè forse non sono loro a mettere su pancia, ma giurerei nello scacco che ci danno. loro vivono nella chance di chi non li conosce. se uno dei due facesse la prima mossa, questa latveria cadrebbe in fiamme, io vedrei l'ineluttabile magari da un campanile, la scena della cottura dilatata alle cose, e la chiamano rovina e le erosioni si assottiglierebbero sotto bollitura, cederebbero in quello che l'incendio ripristina. e ops. così siamo a punto e a capo, mi sono visto la decomposizione della morte. verdetto: dopo questo avrete inteso come tutto è colpevole in ogni caso



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