lunedì 26 agosto 2013

SI dell'inutile

ci sono infinite presse, ridimensionate, se si pensa alla porzione degli agganci, gli appositi litri di cilindri a cicli, inoltrati oltre il possibile, spediti in spire riunite, oltre le galassie e dentro l'evento. si veda ora, anche in streaming ma con attenzione, che il formato agisce come apprensione, schiaccia senza direzione, ma è comunque un container, ricalca i suoi mezzi sino alla deformazione, tutto risponde in uno strepito occipitale. e tutto questo fitness si compie, ma non si produce, lascia perdere l'imballaggio deontologico, permette un relax contro il resto, nell'allentamento totale di riuscita, la scissione tra esito e risultato, insomma la metrologia dello spreco. per forza stronza è inevitabile, si arriva al decorso, privo di discesa e comunque a scale mobili, il compiersi del centro commerciale, l'apoteosi del troppo nella circolazione, delle vetrine sventrate; essì, poi la gente ruba, si apre in un countdown da cinema (5) la folla si trasmette in scossa in (4) atti ad intercalare nel telaio di un vandalismo che prende ed (3) il contagio è una fontana istaminica, estesa da city hall park al cuore della corteccia in (2) spinte nei vetri rotti, i rimbombi del peso (1) nel fondo della pioggia finchè non rimane nulla



domenica 11 agosto 2013

cromatografia per esclusione del mollare

non si pulsa in monodirezione, si altera il duplicato a spasmi, lo spasimo della demolizione. insistere sulla traccia è un pò come andare contropelle, una deformazione dinamica defezionante, sempre e comunque assillante, di cui l'eco corrobora l'impasse, d'ogni palo potenziale; le alternative sono tra l'altro a intersezione, ricerche incrociate del browser, e non sono parte dell'uno-tutto della terra in ventre, innate per dionisiaca determinazione, quanto piuttosto una riproduzione, un credit default swap delle anime, e come reazioni s'ingranano a provocare, vibrano nella sgiuntura dell'azione - s'inabissano nel punto del fac-simile: questo dice di essere quello che tutto mette in moto per secondo, senza combinazione. dunque tutto ciò che manca di fine inferisce intersecato, per defecatio, fenomeno di sovrapposizione. ogni origine è un rottame, ma a parte questo, è isometrico, si vede, ed esso agisce nell'arresto, con gli spillini attacca il mondo al vero, fa dimenticare la vita nel giorno, e intanto non risolve quello che crede. tuttavia non sparisce, patisce, ha una fede-malware, solo che un conseguente agente, si dovrà trovarlo per esclusione. א lasciamolo subito perdere, e con questo vanno esentati sia creatura che creatore, che non troviamo mai intesi, ma intensi sotto la stessa banda d'interessi, cioè in catalogazione fascicolare, legati sempre alle stesse cose. tolte quelle pensierose, si capisce che alla cosa siamo dentro, non di fronte. via anche ogni tesi della sensibilità universale, perchè troppo inesanime. serve qualcosa che converta l'organo in crolli di sangue vuoto, di circolazione associante un globo oculare al mondiale, sive natura che scivoli da cataratte in cateratte. parole-po[l]vere: per spiegare l'essere si necessita di non-essere, la metafisica che s'inarca alla contrazione, ad un calo della pressione che ne declina l'honorem, aprendo tutto ad una fisica del niente, del dolore





venerdì 2 agosto 2013

si crea una piaga, piega costituzionale, costrutta situazione, incrinatura nell'aria condizionata, nel moto circolare della conversione, atta al consenso per la fuoriuscita del sommo bene a scapito del tempo nella procedura che ne permette l'evasione, processando per-visione ⇒ pre-visione meteo: c'è tempo e tempo, il tempo come spazio pedonale, per provare trovare il positrone, attraversamento per cui partenza e termine agiscono a supplemento posizionale, pubblica succursale, dove conta è il record. essendo questa la base, assuefatta questione in fase, posso, se smuovo l'iride a tot °, compiere l'eternità del vuoto in un'azione che implica il suo contrario
stasi stasi
stasi -> moto -> stasi
nell'atto c'è la traversa, l'incrocio, la coincidenza di una flessione che in zona morta, fa da scocco all'incidente per cui nacque satana, ovvero prende dal niente un suo contrario, mettendo contro, sulle linee di yards: nulla vs antimateria. e qui la cosa si fa complicata, perchè due sbocchi così eliminativi si eliminano, e gente come te rimane perduta e gente come me trova nell'annullamento degli annullamenti un novello nulla, e vede la causa di questo in un nulla impennato, sino ad accorgersi di essere circondati da niente, creato attrito in bordi che sono tali per blocchi, distese di spazio, l'interazione degli oblii stretti in un campo assenzoriale orientato dal tuo interno. se il tempo permette questo, spero per lui che il fine giustifichi i mezzi e lo farà, come sempre. QED? se guardi l'impasse tra le stelle o sotto i tuoi piedi la risposta è che ogni ortogonale impalla sulla linea stessa, nella stessa linea