domenica 11 agosto 2013

cromatografia per esclusione del mollare

non si pulsa in monodirezione, si altera il duplicato a spasmi, lo spasimo della demolizione. insistere sulla traccia è un pò come andare contropelle, una deformazione dinamica defezionante, sempre e comunque assillante, di cui l'eco corrobora l'impasse, d'ogni palo potenziale; le alternative sono tra l'altro a intersezione, ricerche incrociate del browser, e non sono parte dell'uno-tutto della terra in ventre, innate per dionisiaca determinazione, quanto piuttosto una riproduzione, un credit default swap delle anime, e come reazioni s'ingranano a provocare, vibrano nella sgiuntura dell'azione - s'inabissano nel punto del fac-simile: questo dice di essere quello che tutto mette in moto per secondo, senza combinazione. dunque tutto ciò che manca di fine inferisce intersecato, per defecatio, fenomeno di sovrapposizione. ogni origine è un rottame, ma a parte questo, è isometrico, si vede, ed esso agisce nell'arresto, con gli spillini attacca il mondo al vero, fa dimenticare la vita nel giorno, e intanto non risolve quello che crede. tuttavia non sparisce, patisce, ha una fede-malware, solo che un conseguente agente, si dovrà trovarlo per esclusione. א lasciamolo subito perdere, e con questo vanno esentati sia creatura che creatore, che non troviamo mai intesi, ma intensi sotto la stessa banda d'interessi, cioè in catalogazione fascicolare, legati sempre alle stesse cose. tolte quelle pensierose, si capisce che alla cosa siamo dentro, non di fronte. via anche ogni tesi della sensibilità universale, perchè troppo inesanime. serve qualcosa che converta l'organo in crolli di sangue vuoto, di circolazione associante un globo oculare al mondiale, sive natura che scivoli da cataratte in cateratte. parole-po[l]vere: per spiegare l'essere si necessita di non-essere, la metafisica che s'inarca alla contrazione, ad un calo della pressione che ne declina l'honorem, aprendo tutto ad una fisica del niente, del dolore





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