giovedì 3 gennaio 2013

0 è un portale

sulla matassa ci si scotta, s'ustiona la forma in
pelle, muore ogni conflitto nel filo netto della corsa,
la disgressione della roba in pelle morta.
un'ora e poco più, un esito della somma
lasciando soli alla perdita dentro il gelo
il distillarsi del ferrigno che formula il sole
strozzato, vorrei ed è così il concepimento
fossile, a catena di manutenzione, il porto
in ferrovia, l'abbandono delle lamette in ferro
nell'evaporazione dell'impianto.
in inclusione dell'arnese al di là del peso,
la frizione del neon, la stenografia del graffito,
pietra ingrigliata in crollo chiuso dall'acqua,
ognuna delle rappresentanze si trattiene
nell'addosso, nel detonare del centro
corpo che penzola nel peso.
mi servo del concetto di dosaggio per squartare un
nervo e mandare in fallimento la legge del calcolo,
porta chiusa, striscioni off limits, evacuazione del
personale, 1984, sfratto icastico.
permane il viavai del detrito, resta secco in
corrispondenza, non sa che farsene del carico del dato.
è pesante, ogni oltre limite, soffoca girando sino
all'atmosfera dell'asfalto con la faccia gonfia d'aria,
inseriti nell'ossigeno che scoppia senza un fiato
alla condotta dello scambio.
ma perchè la meno tanto con la permuta è il
contraccambio dello sbaglio, l'errore che pensa
chi vede tutto nel punto, crede, mente, ha accesso alla
ruggine, al contatto dell'inglobazione al puntiforme,
per cui è senza misura, un punto
uno zero può essere solo la deriva dell'inverso
la breccia del mondo per il mondo, l'adatta subordinazione
alla relatività einsteniana dove si corre al buco.
modellandosi a imbuto si scopre il cielo, e la terra
ancora sopra nei limiti del paio, si crede alla strettoia
dell'ambiente. si vede dentro, è nudo, si mira all'intimo,
l'organico d'acciaio attraverso i cori dell'ombelico.
si smonta lo stabile nel cerchione della bici, e cioè
se si pensa al deviatoio quindi tutto è niente e
viceversa e versavice e il punto si pronuncia dove si rompe la rotta,
l'indirizzo di casa tua.
dal collasso al niente, siamo tornati a queste cose



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