giovedì 3 gennaio 2013

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Nel salotto affollato dall'albore vuoto d'una tintinnante nebbia corimbosa,
l'anonimato permane come una fisica costante.
x si è aggrappato ad un violino, e posteriormente lo sevizia...
fiata l'attrito secco sui cuori degli accordi, screzia i vibranti con un affranco definito,
il ritmo scorre come miele di serpe, urto gravitazionale grigio;
gli spasmi appartengono all'impugnatura, al filiforme arco stupratore
profanando il cubo di silenzio.
-Tunc-. La mano sterile pertinenza di x s'incrina
e lo strumento bruno e piano si libra in un infarto di vuoto
nel tunnel di una flessione immobiliare.
Carogne a terra, putrefazione di competenza. x, in propulsione di culo
s'irrettisce dalla sediolina cigolante, la contingenza è satura
il fono spento e x, nell'imprevisto di una possibilità erutta.
Scarica imposte, esplode nelle rotture della gola
e solo una pressione potrebbe misurarne la tassazione.
Spacca le incrinature dei vetri, l'opaco declino delle copertine dei libri,
nell'oscillazione provocata dei mobili, il tremore epilettico del solaio.
Le crepe vibrano delle sue risa inconsulte, il moto si percuote di demenziale.
E l'ilarità accredita x; lo fa per davvero.

Perchè coartare con l'arte quando si può applicarsi con una risata?
Infine, nella polvere coricata sulla tv al plasma, sui beni morti garantiti dall'assenza dei 400-700nm delle tapparelle
la contabilità di un gioco è un gioco: sputo creativo, altare del diversivo, sconto del debito verso il vuoto di se stesso.
Nubi di fumo, perdute nel cielo, l'alienazione sbiadisce le forme attrattive, ecco il tasso d'interesse che s'eleva
alle inezie crepuscolari.

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