non riesci a sfregarti un occhio, è caricato di lava, sta vomitando parole, vocaboli evidenziati. trovi coraggio, lo grattugi col dito, per pietà del tuo benessere. stai infrangendo il tragitto della zanzara. tutto questo cade in una strofa svolta e morta. se blocchi il tempo dell'insetto questo non molla fa del suo intento il progetto a lungo annuale, prefisso assiale, l'autostrada che si fende a strisce. andando in macchina di notte, col rigore d'estate, fai l'accessorio del sedile, diventi volante per la vibrazione l'amplificatore delle scosse, ti godi se non guidi, deglutisci il design delle luci, crollano ricorrendo alla spinta del motore. e intanto, zanzare.
se te ne entra una nella cassa del torace, allestisciti la guerra, saranno fra gli organi alleanze lo schema delle ossa fa da trincea o gabbia come i pedoni nelle fasi d'apertura ma tu non riesci a guardarti in fondo alla gola l'esofago è in schianto ti esce dalle labbra il lampo, il fumo della bile dopo puzzi d'alito ma la zanzara ha fatto rambo illesa si prende gioco di te fa del deglutire una mirabilandia attraverso le lacrime si tira la statura si schiaccia laterale per farti più solletico per darti fastidio non si stacca dal tiro del bulbo si fa il trailer con la tua agonia si spara due punture tu in coma da prurito il tutto deteriora anche se è fuori il tuo diniego è uguale perchè ti sono cresciute tante palle sei diventato una catena montuosa colle scosse sismiche all'apice l'andatura della pelle fa del tuo sapere col sangue una planetologia bifocale perchè i muscoli hanno le lenti tu invece hai scarti di carne timbri sopra il polso tutto per farti grattare per portarti all'ustione dell'anima e tutto perchè se non è così la zanzara muore
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