mercoledì 6 novembre 2013

congegno BSD

credo sia una circonferenza (cioè ho fede nella sua infinitudine, nella sua unità d'infinità che mi prende nel volteggio, facciamo la svolta insieme in un insieme dozzinale in cui sotto la curva si compie la consonanza che compete con la fine, perchè i punti non hanno numero, non ci stanno più, così non basta il semi-infinito delle vite per costituirne un -1∞/∞ , quindi in probabilità si combacia, sempre, nel compiersi della parabola), probabilmente una propizia protesi in proiezione di te autoavvolto a trivella, le mani sopra il vuoto della tua attuale imperfezione, tracheano tutt'uno quindi, come se l'apparato digerente si fosse occluso divenendoti, cioè sei un uroboro messo a terra, serrato quindi più perfetto di prima, l'unità umana apoteosi del coglione (si dice infatti, quando uno è tutto d'un pezzo ma con gli occhi nel profondo, chiusi per risultare una chiarezza, ciechi per essere in vista). gira e rigira dovrebbe essere questo l'apparato in funzione, proprio perchè nel moto avviene un'acclusione di tutto ciò che si muove, dimostra che l'insieme è categoria di spirito e traina a scatto le cose in fase di sblocco. ogni opzione è innescata nel raggio, compare sul display con il freno della portata (ognuna pesa più della propria presenza, perchè più l'agire è in inerzia, più si patisce senza fare nulla, ergo puoi immaginarti), l'atto viene con un rumore sordo, e l'eco fa dell'ingranaggio una cassa di rimando, si amplifica di caos ma rimane in stasi, estasiatico stato dello spazio che puoi fissare da fuori tramite un LCD acroamatico a cromatismo integrato. tutto questo agisce sotto telaio di stridio in stridio sino a compattare la croce di ruggine agli innesti che la spingono indietro, sfinteri collassati addosso al REALE, con le opzioni a turno nel costrutto dell'orbita. sono disposte a quadrante le necessità accolte in forma topografica, gli accessi al REALE attraverso dovute accensioni di fase, puntualmente intercambiate: OTTIMISMO - REALISMO - PESSIMISMO premendo ad angolo sulla base vuota (REALE) che viene riempita con lo scocco, dove il REALISMO non è il REALE, ma un circuito che lascia l'evasione di visione. selezionato, l'eccesso non sarà che l'etichetta da cui si riparte, c'è solo un posto, nella metafisica del microprocessore



sabato 21 settembre 2013

big crunch senza big bang

che la vita deve essere compresa andando all'indietro.
Kierkegaard

I cicli del Cielo in venti secoli
Ci portano più lontani da Dio e più vicini alla Polvere.
Eliot


puoi anche disintossicarti dalla massa, dal criterio che sei, da un punto all'altro, dentro x h, ogni area del poro, ogni elastico cellulare + tutti i diametri che mantieni con la circolazione delle pupille all'impazzata come piazze scoccate e consimili tagadà senza coscienza del giro orbitante. è questione di pistoni minimali, minime ellissi posizionali. nel principio l'azoto [(a) era un blocco a grappoli, contava le arterie necessarie alla divisione, (b) non aveva un dove, il tempo ne occupava lo spazio, (c) ma il suo tempo era aeriforme, senza poli d'incastro ma ad incasso informe nè riscontro nè allusione, c'era con un buco per la sua condotta in generale, era cioè lo spreco dell'occasione] (che essendo, diciamolo, un buco nell'acqua) si piegò nell'esaurimento dismettendo se stesso, e c'era solo se stesso, e per un deperimento espressamente depressivo si svuotò: rovesciandosi al proprio interno vide ciò che gli stava dietro attraverso vene e novae emorroidarie e vide, è probabile, una supernova  gialla e rossa, fece 2+2= l'inverso di giallo e rosso è blu e azzurro = i cieli e la terra. la terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e stop. il mondo è nato da un conto alla rovescia, il niente si è smaterializzato nelle cose. quella del mondo fu INgenerazione, innescata da un urto CONTROluce, addosso al visibile, lo scontro con la chiarezza delle cose, un'impasse frontale che ha dato il via posteriore a ritardi di posizione, di bolle in serie, concatenate dallo scoppio che le fa retrocedere, facendo della materia un primo niente, un contatto sul meteo del megaverso, nel senso dell'incontro irrealizzabile che c'è stato lì appresso [si creò l'uomo a sua immagine] in questo senso



lunedì 26 agosto 2013

SI dell'inutile

ci sono infinite presse, ridimensionate, se si pensa alla porzione degli agganci, gli appositi litri di cilindri a cicli, inoltrati oltre il possibile, spediti in spire riunite, oltre le galassie e dentro l'evento. si veda ora, anche in streaming ma con attenzione, che il formato agisce come apprensione, schiaccia senza direzione, ma è comunque un container, ricalca i suoi mezzi sino alla deformazione, tutto risponde in uno strepito occipitale. e tutto questo fitness si compie, ma non si produce, lascia perdere l'imballaggio deontologico, permette un relax contro il resto, nell'allentamento totale di riuscita, la scissione tra esito e risultato, insomma la metrologia dello spreco. per forza stronza è inevitabile, si arriva al decorso, privo di discesa e comunque a scale mobili, il compiersi del centro commerciale, l'apoteosi del troppo nella circolazione, delle vetrine sventrate; essì, poi la gente ruba, si apre in un countdown da cinema (5) la folla si trasmette in scossa in (4) atti ad intercalare nel telaio di un vandalismo che prende ed (3) il contagio è una fontana istaminica, estesa da city hall park al cuore della corteccia in (2) spinte nei vetri rotti, i rimbombi del peso (1) nel fondo della pioggia finchè non rimane nulla



domenica 11 agosto 2013

cromatografia per esclusione del mollare

non si pulsa in monodirezione, si altera il duplicato a spasmi, lo spasimo della demolizione. insistere sulla traccia è un pò come andare contropelle, una deformazione dinamica defezionante, sempre e comunque assillante, di cui l'eco corrobora l'impasse, d'ogni palo potenziale; le alternative sono tra l'altro a intersezione, ricerche incrociate del browser, e non sono parte dell'uno-tutto della terra in ventre, innate per dionisiaca determinazione, quanto piuttosto una riproduzione, un credit default swap delle anime, e come reazioni s'ingranano a provocare, vibrano nella sgiuntura dell'azione - s'inabissano nel punto del fac-simile: questo dice di essere quello che tutto mette in moto per secondo, senza combinazione. dunque tutto ciò che manca di fine inferisce intersecato, per defecatio, fenomeno di sovrapposizione. ogni origine è un rottame, ma a parte questo, è isometrico, si vede, ed esso agisce nell'arresto, con gli spillini attacca il mondo al vero, fa dimenticare la vita nel giorno, e intanto non risolve quello che crede. tuttavia non sparisce, patisce, ha una fede-malware, solo che un conseguente agente, si dovrà trovarlo per esclusione. א lasciamolo subito perdere, e con questo vanno esentati sia creatura che creatore, che non troviamo mai intesi, ma intensi sotto la stessa banda d'interessi, cioè in catalogazione fascicolare, legati sempre alle stesse cose. tolte quelle pensierose, si capisce che alla cosa siamo dentro, non di fronte. via anche ogni tesi della sensibilità universale, perchè troppo inesanime. serve qualcosa che converta l'organo in crolli di sangue vuoto, di circolazione associante un globo oculare al mondiale, sive natura che scivoli da cataratte in cateratte. parole-po[l]vere: per spiegare l'essere si necessita di non-essere, la metafisica che s'inarca alla contrazione, ad un calo della pressione che ne declina l'honorem, aprendo tutto ad una fisica del niente, del dolore





venerdì 2 agosto 2013

si crea una piaga, piega costituzionale, costrutta situazione, incrinatura nell'aria condizionata, nel moto circolare della conversione, atta al consenso per la fuoriuscita del sommo bene a scapito del tempo nella procedura che ne permette l'evasione, processando per-visione ⇒ pre-visione meteo: c'è tempo e tempo, il tempo come spazio pedonale, per provare trovare il positrone, attraversamento per cui partenza e termine agiscono a supplemento posizionale, pubblica succursale, dove conta è il record. essendo questa la base, assuefatta questione in fase, posso, se smuovo l'iride a tot °, compiere l'eternità del vuoto in un'azione che implica il suo contrario
stasi stasi
stasi -> moto -> stasi
nell'atto c'è la traversa, l'incrocio, la coincidenza di una flessione che in zona morta, fa da scocco all'incidente per cui nacque satana, ovvero prende dal niente un suo contrario, mettendo contro, sulle linee di yards: nulla vs antimateria. e qui la cosa si fa complicata, perchè due sbocchi così eliminativi si eliminano, e gente come te rimane perduta e gente come me trova nell'annullamento degli annullamenti un novello nulla, e vede la causa di questo in un nulla impennato, sino ad accorgersi di essere circondati da niente, creato attrito in bordi che sono tali per blocchi, distese di spazio, l'interazione degli oblii stretti in un campo assenzoriale orientato dal tuo interno. se il tempo permette questo, spero per lui che il fine giustifichi i mezzi e lo farà, come sempre. QED? se guardi l'impasse tra le stelle o sotto i tuoi piedi la risposta è che ogni ortogonale impalla sulla linea stessa, nella stessa linea

martedì 16 luglio 2013

vuoto interferenziale

sillogismo evolutivo
USER NAME: Ezekiel Stane
PASSWORD: ********** = ************ = *****
processo in beta, metanoein in basilare meta, un cielo in battuta, ciclo inflessionante, intona la flessione, decresce la distanza per ridursi in sospensione. poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poichè il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più dopodichè non vidi: ero dilaniato tenuemente sotto il crasso, grazie all'eco dei tubi che s'imprimevano con tutta la loro assenza alla parete che ne delineava la breccia reggendo il braccio di ogni suo varco, l'abisso in 5 m, un'ischemia procurata dal cielo, dalla terra, cioè dal riflesso, e non ci può essere niente di nuovo nel duplicato, a parte, ovvio la cessazione di processo. questa riproduzione assessuata riveste senza riserve l'assioma dell'assassinio, o REDRUM che si voglia del tessuto in tinta assoluta. uccide il cosmo, sai, disintegra, accoltella proprio per l'atto in vendita, diluito nel fine dello zigote, la sua scia che apporta, non l'annullamento, ma l'annichilizione all'acchito dell'avvio, in zone sempre più attivate, e lascialo stare. poi ci credo: W l'evoluzione se deve masticare gli spazi di contatto, se e solo se contratta, porta una frattura, converte le cose sin nella zona per cui il nuovo, cioè l'altro, non è innovazione ma scambio - purtroppo il mondo non sa di rifatto, ma d'assestato. peccato, [?] preferivo l'estinzione. ci starebbe meglio. ma si sa, il meglio non è mai contemplato. vero peccato originale. cmq non c'è riparazione, ma ritrattazione ad attrazione magnetica, nel punto di conversione, globo bianco pronto a tutto, sospeso, un puro vuoto sinusoidale sino a sapere che ogni oscillazione di contro crea lo 0 che poi viene estinto per estinguere, come password: [non tenetevi forte]: evoluzione = max profitto = morte [o forse si]




venerdì 5 luglio 2013

geometrie incrociate

al piano c'è un crollo di dimensione, di massa, scansata per scavata in cascata contratta.
i piani condominiali sono innescati, ognuno traccia un impatto, guarda, tu emana il neurone oltre il nervo, focalizza l'anello dell'io nella sequenza del senso, o diventa un organo per notare che ogni concatenazione fabbricabile è nervata dal segno perpendicolare, focalizza meglio, la scissione nozionale, una volta gonfiato l'epicentro le orbite, remote, trainate per routine sic sempre terremotate, si fanno pezzi da scarto, incompatibili, dove uno può star bene con tutto ma non sta bene con niente, sono cioè singolarità potenziali, quindi, tu con questa raccolta differenziata, legge 475 del 1988, facci una costruzione assimmetrica, e ancora meglio di prima focalizzati sugli scarti per la necroscopia delle alture da ufficio, domestiche, ecc. e vedrai possederle un piano verticale contro un altro ai suoi piedi, caduto, addetto alla polvere delle stanze. è così che si forma una †, una T, nate dalla repulsione delle cose, assemblate cioè dai loro divisori, difatti alla cazzo di cane. difatti se no la gente non ci potrebbe respirare. va da sè che il piano di un palazzo, facciamo a los angeles in memoria dei chipmunks che loro stanno insieme con lo sputo, perchè nascendo stretti ad un vincolo parentale, come il 99,9periodico% delle famiglie, sono l'ennesima dimostrazione della geometria delle scorie. punto - retta = punto se e solo se quell'asse era alzato da convalida = intesa = successo = se ne cavi uno finisci sulcesso, successione di esso nel gesto del decesso. alvin simon e theodore hanno successo al modo di concetto primitivo privato di questo.


nella croce
r.i.p
racchiuse inscindibili prove



giovedì 13 giugno 2013

scarica del riduzionismo

ogni nucleo non sta in rete, mente inerente mentre non la crede e tutto sommato fà un bene febbrile a non fidarsi, oggi giorno, sferrato, dopo una sparatoria-assemblaggio di causa efficiente + spazio + qualità = guarda quante nozioni aristoteliche per lo squirting, gettato, si diceva nella trappola-essenza causata dalla trappola-godo, si perchè godo è polimero di trappola, non credo possa essere altrimenti, che può essere l'imene o l'AIDS se non un cartello interno supportante un !, DANGER-"rischio unico modo di migliorare la condizione del non ancora nato è ritornare ad essere tale" che sia?, però è nascosto, qui sta la fregatura. questo getto d'improporzione ancora si distilla, dileguandosi non da sè ma da una forma cauzionale in virtù di un ×, netta propagazione a cartucce, a pacchetti quantici non di materia, ma di crampi. attingendo a caso ad uno di questi piccoli spazi, si può indifferentemente notare l'assenza di differenza risolutasi in giustizia nei confronti dell'altro tramite un fondo che di fondo tiene proprio tutto, e analizzandoli ci riduciamo, cosa di cui siamo esperti, permettimi:
- {sono fratelli di odio nella valvola che del loro fardello ne fa il nostro
- [si rapportano al vivere a modo di contenitore privo d'ossigeno, vuoto in forza al loro ruolo di schegge, di scaricatori di ciò che relaziona essi-noi
- (indovinato, il dolore)]}
ma d'altronde,
-affogando
-sezionando
-esportando
si contrae la realtà ad atto chirurgico, flettendosi sino ad un crac nel punto d'incontro di arti e tronco, separati dalla rottura del bacino, a linea retta sotto l'azione dei ferri. in vista del femore, della luce spenta delle anche, le rovine concretizzano il tragitto della meridiana dove la displasia orizzontale funge da base della proporzione livellata al segno /, quello di divisione.
a/b = sbilancio per cui la realtà immutata, muta chi, ormai partito keep out, capisce questo rapporto con lei




martedì 9 aprile 2013

in realtà non si tratta di simmetria, J.S. Steinman

due punti, due, entrambi, un insieme partorito dagli elementi, a raffica, nel mezzo giusto della metà, vale a dire, se si può, il potere del collasso che allenta i partiti di destra di sinistra o gli aldilà di alba e tramonto, eppure giurerei che il cielo si costituisce nel suo chiudersi, si deve dire, si dischiude dove si inghiotte il numeretto a fondo pagina, sempre a metà, la meta di scissione alla faccia di ciò che si innesta uguale, specchio, idem, che infatti lo specchio non divide, meglio, divide la stanza, ma congloba quello che setaccia, il reale lo diciamo feto del riflesso, assimila assolutamente un contorno chiarificato, distinto a bisturi circumsferico e piano di lunghezza opinabile mentre, dal canto suo, si sforza al 100% di essere ciò che vede, e di questo diamo la colpa alla luce, lei disgrega autostime, inventa A.T. FIELD cenando, questa colpevolizza tutto, si dice "dare alla luce", infatti, cioè una specie di mettere al mondo elettromagnetico e di questo l'infrazione precipita dalle scale gerarchicamente, sferrandosi sull'occhio, i nervi disposti a LEGO, imbalsamando i crani, ingaggiando pupille, iniziando la simmetria al cospetto del contatto che con questa è colpevole, e sempre la simmetria non può essere altro che risposta al telefono, corrispondenza che deve per forza montare un accordo e questa è la cosa peggiore, rende spiacevoli i corpi, perchè tutto si svolge affogando nel riscontro, guarda harris e klebold, loro per es. si sono incendiati cadendosi a vicenda ingegnando l'anatomia della columbine high school al fluido, ad evacuare non il personale, ma le connessioni di questo col concetto di vita, sopravvivere, uh-uh, ogni loro nesso con la corsa, in altra sede, o lisa kreutz con il lusso dell'esser morta, con gli occhi già sotto la terra, quasi crepata sulle crepe di sangue, perchè uno è il soggetto e l'altro è l'oggetto, e per quanto riguarda la creatura ci può essere un solo scambio ad archivio, a coppie che ballano nello scoppiare di ciò che diceva lo stesso aristotele, fino a che l'uno che è stato smaterializzato per diventare uno sopra il due, sempre più smagnetizzatamente incazzato, non fa altro che farli convivere, e qui comincia l'homo homini lupus che svoltata l'ala est suona come  mors tua vita mea, ecc, ma prima deve essersi risolta la lotta per la specie di questo contro il fabbisogno, poi, supplizio del matrimonio, torto la limitatezza, e sx-dx, su-giù la presa in giro dell'obbiettivo che ci concentra il peso tutto supino che poi si sfonda con tutti i kg senza batter ciglio, in afflusso di stereoscopia



mercoledì 20 marzo 2013

the trial at all

narice - VITTIMA:  giù, nel quartiere dell'indigestione, si è affollata, svolta a carica di volt e poi voltata, l'estensione massacrabile, e per questo, sempre appunto con taccuino, massacrata. la si è riconosciuta per il neo a spirale, quello presente a chi ancora accredita fiducia all'infinito, era, insomma, un'eternità rabbuiata, per il fatto che increa la sezione, l'intervallo, la scissione tra superfici, un paradiso truce per dirla in termini dissonanti, cioè l'inferno. dunque si riconosce lo spazio per l'inferno, non ha cancello nè porte, solo cancella la morte, e questo lo definisce congruo. non aveva poi tatuaggi o voglie, ma si capisce comunque la distanza che lo separa da un vizio o da un difetto, perchè l'area è capiente, è vana, corrisponde ad aria andata, non s'impenna e non carica, giace in riservatezza a intercapedine, occupa il reclamo, lo spazio dell'evocazione

arteria - DIFESA: da qui, ogni discolpa per le messe nere, la difesa punta ad una reintegrazione acefale del diavolo, bombarda una giuria innestandosi al detonare nell'intesa, per raccoglierla, centellinarla sempre prima di immergersi al punto esatto dello slogan, alla forma che gli sopravvive, comunque con l'idea del nuoto, o meglio dell'apnea, un moto nuovo involato a motto, rottame del mondo

cuore - IMPUTATO: bhe senza una spesa di parole, sguainiamo lo scontrino, cioè un totale che annette in sè l'idea di impatto e micro, un contrasto ridotto che proietta in piccolo ogni cosa che gli è passata dentro, per poi uscire dalla cassa come un premio, per mostrare l'antinomia che un incontro esige, l'incoerenza limitata in quello che si è fatto, l'attuato. ed è una pulviscola parte, a paragone delle cose che si possono fare, e da qui la morale: non sprecarsi, il combustibile delle cose è un consumo che intende chi lo pratica dentro, e deteriorando non innesta morte, ma vita, incendiando produce ossigeno, non uccide, fa vivere. QED l'imputato è sempre uno di malavita, uno con la cicatrice.

arteria - ACCUSA: sempre la parte migliore, e come tale, giustissimo che sia così, a dire il vero un cazzo per niente, ma è così e punto non ci puoi fare niente tu, è talmente quotidiana che non la ritrovi se non in tram, in posta, posti in cui non serve, asservendo alla dissonanza che le da importanza. deve muoversi su un piano diverso per adoperarla, perchè ti è dentro e per cui ti da solo una pacca sulla spalla

narice - VERDETTO: poichè sul fatto si è colta, schedata una griglia che non appartiene alle linee, ma, sempre più approssimativamente, alle parallele, schieramenti di validità complanari che fiancheggiano l'asse del resoconto, della metratura del budget, e le vedo dentro l'iride, segnali elettrici che si azionano in tentativi, spingono, si fanno sgambetti, giocano, mordono e vogliono dilaniarsi, ma è tutto bloccato, tutto nel flash di cattura sensoriale, alla parete di plasma che ne marca le vie, le succursali, i cartelli stradali e i loro limiti, ci accorgiamo come coscienza di presa, che tutte le realtà poste a camera d'aria stanno a cuccia come fessure d'intensità, rientranze che tengono su, dei fori che si riempiono, nella posizione di sostegno, inghiottono e si caricano, di che cosa, non si è ancora capito, poichè forse non sono loro a mettere su pancia, ma giurerei nello scacco che ci danno. loro vivono nella chance di chi non li conosce. se uno dei due facesse la prima mossa, questa latveria cadrebbe in fiamme, io vedrei l'ineluttabile magari da un campanile, la scena della cottura dilatata alle cose, e la chiamano rovina e le erosioni si assottiglierebbero sotto bollitura, cederebbero in quello che l'incendio ripristina. e ops. così siamo a punto e a capo, mi sono visto la decomposizione della morte. verdetto: dopo questo avrete inteso come tutto è colpevole in ogni caso



mercoledì 13 febbraio 2013

[a]tonale

In the long run we are all dead
Nel lungo termine siamo tutti morti
Keynes


dietro la parete, stacco dei poli, al di là della forza,
assemblaggio di fuoriuscita, uscita dall'imballo e poi
sventrato, netto scarto di luce sequestrato, frequenza
dell'umore che frena, elimina ma infissa l'insistenza
stabilita, blocco d'inezia in salita, ristretto intorno
all'ostacolo, le cose a portata di stento, tentato allo
stremo e sterminante il tutto caricato all'alterazione e
sbloccato all'invasione, addosso, efficacia in aderenza,
stirata in dissonanza, biossido che non si stacca, ma
straccia, appunto stirato, e comunque giù di corda, le
parti in piedi, impalate contro ciò che consiste dentro
i giochi, nei pressi del cuore in gola, nei suoi mezzi,
bava a strapiombo come permesso dei prezzi,
chiaro codice di scadenza, fermo al delineamento
per cui distinguo ciò che corre, ciò che attraversa
la stasi retrocedendo al passo, diretto all'opposto
del blocco, pasticciando il globo con le relazioni
funzionali, di modo che se esiste un complotto
della frazione, lo squilibrio che regge la moneta,
l'oscillazione che rende partecipi a tutto, allora
la dimensione non è vissuto, ma avanzo del mancato
- lo scarto dell'irraggiunto, in piena rotta ancora,
fissile, in esso concentrato

martedì 5 febbraio 2013

teoria del girotondo

 irreparabilità dimostrata secondo l'ordine geometrico

Ex. gr. circulus in natura existens, & idea circuli existentis,
quæ etiam in Deo est, una, eademque est res, quæ per diversa attributa explicatur;

 
Per esempio, il cerchio esistente in natura e l'idea del cerchio esistente,
la quale è pure in Dio, sono una sola e medesima cosa che si spiega mediante attributi diversi;

Spinoza


con un cerchio ci si gioca, lo si mostra in pieno
concentramento, traccia ad andamento concentrico,
lui è un pò tutto, un tubo, una ruota, un messaggio ufo
per cui mi pare giusto e si dice, bussando, che si inabissa
nel contesto, che può imporsi a una torre, precedere
una corda, procedendo nel cranio, abusarne per una
corona in slancio - ricorrere alla sua perfezione
dove ogni zona di margine s'impone a filo spinato
trincea o discorso di quota, quindi ci si fanno solo giri
intorno sino allo sfatamento della carica in cui si poneva
la teoria come bordo, espulsione di portata quando
invece, alla rotta rotonda dei passi, al trasparente
tratteggio triturante, ogni terra è tutt'a un tratto esposta,
spiegata all'immettere scorie che condensano ogni fiuto
al punto di disgelo per il quale lascia la trazione,
lo stress dell'abbraccio dopo un detto addio, ne slaccia
i cavi e sottocutaneo forza tutto a tangente, all'implosione
che solo rigurgita i vetri rotti, gli avanzi che siamo, fa del
nervo un tunnel e allora si capisce che c'è solo un esito - quello sotterraneo
l'alfa della feccia che si ritrova nelle sfere di san tommaso


giovedì 24 gennaio 2013

limb[o], ma anche no

ogni area smuove la massa in contaminazione concentrata

di modo che il pulviscolo affondi il cranio della nuvola

il rimedio all'agglomerazione difettosa, la svolta in digressione

che trapana a spirale ciò che in ascensione cede

e perde alghe, anellidi in tutte le sorti espanse, combuste

al punto in cui lo scarto intercede per l'arsura attrattiva

la micromisericordia che tutta pende a segmento, campo fuso

a mandibola per chi sopra sta sotto infilzato dall'orbita

che scatta sotto la lacuna per la quale si crea l'ibrido

il fotogramma vascolare che muore ma si rivede

                                    =

denudare il degrado, svolta al limbo dall'arto

giovedì 3 gennaio 2013

comete da laboratorio

[LHC] [nel calare] [faccio un 60% di previsione - con filantropica aspettativa, dove tutto dopo questo può dirsi, può pure farsi, riesce nell'elaborazione, con un + di
stima, si è fatto carne] [e dico carne nel modo prolisso, uso pedante di corpo di cristo di concetto raccolto, accolto al raccordo condensato, di peso ad alta tensione,
ristretto o inscritto, pari all'esagono nel morso orbitante, forse morto al proprio strafare][99,9999991% c] [il reclinarsi l'ho fatto diventare noto, e per questo affetto fitto,
fisso ma non ritto, lo precedo nello schianto nell'enunciato scalare, cioè se mi sono spiegato peggio voglio solo intendere il suo periodo, la qualitativa trattazione,
la fede nel dire che non c'è riduzione] [oppure c'è, a svuotamento che si dispiega] [io a riguardo sono dell'iconoclastia, templare atomico, messo gravitazionale][27km] [e
sostengo in compagnia, coi colleghi in bianco, assuefatti per ciò che riguarda i cieli, la teoria del nominalismo a gradi, quello che si misura anche col linac,
a monitor, al battito acustico dell'accelerazione] [si, dico a gradi, perchè scalare, perchè in faccia alla misura non c'è grandezza, vero è il contrario, fronte
avvolta nel metro, a forza di multi-leaf-collimator o filtri a cono lo si è capito, si è messo in negativo il mondo, si avanza contro l'inverso, come fa photoshop
quando scambi i colori, ma lo fa anche paint per es., è un abbandono in mano al più semplice strumento, c'è arrivato un programma grafico, noi dobbiamo solo
catapultarne il significato ovunque passiamo, inocularci in esso, l'infezione siamo noi][8 TeV] [calcando il calcolo, secondo le comunità scientifiche anteriori alla grazia,
quelle che riducono, vanno in profondità della cosa, ecc., non lo dico io solo, ma solo con loro, l'epoca dell'apostasia nulla è che la parusia del conto, la
ἀποκάλυψις della dimensione, in cui tutti noi, io, se inciampo innesco la scivolata, a razzo, vado a tutta birra, e la birra non mi piace, ma empietà e SLAC sono
rivelazione reciproca, a scanalatura, ordignano la stessa escatologia, e Dio non c'entra] [è un altro paio di maniche, chi fa schifo
l'ha capito, le stelle comete sotto strappi, slittano a una cosa come 30 km, spremute a intercalare sotto il giudizio della procedura o la procedura del giudizio,
tutto alimentato dalle spine, dalla concentrazione nella luce]
[LHC - e l'entrata tutta illuminata pare un presepio]



XD cheshiriano

smontabile tra i cantieri dalle serie TV teeth and dentists
nella trazione del margine o appunto al dorso che
se appositamente ispezionato e sciacquato sarebbe
bianco, la finzione che regge la presentazione della
mascella, il carico di perfezione che si indetrae manifesto
nell'atto della smorfia, il tuo punto focale quotidiano, tuo che
leggi che ridi che sprigioni i tuoi detriti per una funzione
orale igienica e perchè no soprattutto mentale e quando
senti che uno te lo dice ridi più forte se quello
non ti sconfigge prima col confronto che vi congiunge
che solo riesce a far passare una vittoria, diatriba
a speedloaders guanciali, ogni cosa passa si trasmette
spiana la fondazione attraverso l'orifizio parlato
usato anche per sputo, bava, vomito, pompe ma ancor peggio
a masticare la durata contro il decesso, fare da filtro
all'idrogeno sprecato - la dispersione che da un punto
morto passa al consumo del senso
, triangolo delle bermuda
risposto nell'apparecchio, detersione da dentro
punto di non ritorno




metafisica underground

peccandomi mi deposito, tagliuzzo a spicchi la carne del reato, come la torta della zia al compleanno dello scocco
che smuove la festa, rapporto placentale con la corsa o movente per cui ho affettato, vincolo tra muscoli e mele e
mia zia mia nonna gli ho voluto bene, in fondo. e non pensate il fondo come all'abisso,
alla voragine dove ho perso il ritroso della cute, il rimorso della meninge (si, nel senso che sono stato sfibrato,
addentato più volte), ma una capacitazione di tutto quello che capitola, che finalmente comprende perchè si trova lì,
affretta in conoscenza ciò che di lui va più lento, la visione del resto, il rallent del senso. [capito-l'ha]
e in fondo ogni fondo è un urto, un massimo che si protrae dal braccio alla spinta dell'orlo, il vertice della fede dentro l'azione.
e ora ricordo che mia nonna l'ho spinta giù dalle scale, l'ho schiantata verso la luce, o il buio, fatto sta che
s'involò tra le ossa della tromba, le pieghe della forma che convergevano nel vuoto a piombo, verticale.
in quell'occasione, il fondo fu
(a) l'impatto - del limite con la possibilità di superarlo, (b) la zona da penetrare per il penetrato cioè (c) la metafisica dell'incastro
(sembra tanto distante perchè è di un vicino irraggiungibile, organo scottato, autoprolusione a scatto)
e vaffanculo a me e ad aristotele



neutrino redento

si può cominciare dall'episodio, dal frame che ne contiene il resto perduto,
da una grida che si è fatta fuori dall'atto, allacciata all'antefatto del fiato
ai perni persi nei si perpetui o al collegamento di questi col fatto, il nodo
del volatilizzato. premendo qui si può infierire fieramente, percuotere senza
l'ansia dello schianto - la perdita di una briciola sta al collidere di un'era.

si può contrarre, benchè non si senta lo sforzo, la pressione senza catalizzazione
che non urla la partenza, infatti quel partire diventerebbe l'ultimo arrivato
la destinazione che scatta nel ritrarsi delle gomme, delle ceneri che desistono al soffio
oltre il pezzo smosso, oltre il fiotto che s'intende involando alla fine dell'azione
mondo dietro il passo - facciamo la manovra scorsa.

si può dosare a raffica, la diarrea a tappe di folgorazione, smuovere col freno
dell'enumerato, ciò significa l'archivio dell'impulso, il tratto a round
la spinta a catalogo, in modo da riporre la capitolazione nello scaffale.
non si può significare oltre il significante, pare di sentirlo nell'invocazione a Dio
d'agostino: sotto il parametro fra il neutrino e il niente si staglia dell'evocazione
che lo rende, ciò che evoca, ciò che evocato. il neutrino si fa Dio
senza frutto proibito ma con l'incongurenza di ciò che gli è mancato


the science behind the shower

inserito il cavo fonditore all'uscio dell'osso sacro
al varco che flette il flagello dalle scapole all'assito incline
con sviluppo dello schiacciare, si storpia nello spremere
corrente, diviene la tangenziale dell'aspetto fisico di imbottitura
sino all'introito nel collo lo sbocco di risorse in adesione al vestibolo
alla forca calorica allo svuotamento per essere qualcosa
per muoversi in fonte, per inerzia al rendimento modulare.
il + ingozzato a forza a imbuto nel fotone della testa
che si spara sulla dimensione a riposo segnando di Y
il territorio in regresso nelle zone di accesso formulando
la dipendenza al testamento della quiete al trapasso del fisso.
l'origine non si accontenta se non come principio deformante
di ciò che non sentiva, non poteva vedere nemmeno la sua casa all'asta
non snaturava il senso ora invece ogni respiro è in corruzione
poichè le cose hanno il destino della stasi senza il motivo di fine
la ragion d'essere dietro la tendina che separa l'apparire
mette a fuoco la figura circondata da un bel niente
prende la mira sulla trasparenza su quello che vede partendo da quella
come detector attraverso la distanza da cui si sta meglio se non si guarda
un'immagine nuda in sproporzione proprio nel muoversi a scadenza.
ciò che si trova stagnante è lo squilibrio del corpo col suo happy end
l'assimetria della causa con l'effetto, quella discrepanza a caselle
che ha percorso delle linee fuori fase, l'audio ritardato
in cui lo spin si percorre fuori dal contesto, placche che solo di diverso
subiscono il tempo l'interazione verso il se stesso.
del mondo, suddividendo, in dimensioni fa di ogni sezione un dislivello
un potenziale supplemento all'atto della gara, ciò che si frega
per niente ma induce a evacuare, a formare tagli dappertutto
il dove ogni volta sarà diverso rispetto al periodo
che rende l'occasione la sconfitta del cosmo, di questo che si afferra
solo alla convergenza dello zero


senti che cataloga i nervi

non riesci a sfregarti un occhio, è caricato di lava, sta vomitando parole, vocaboli evidenziati. trovi coraggio, lo grattugi col dito, per pietà del tuo benessere. stai infrangendo il tragitto della zanzara. tutto questo cade in una strofa svolta e morta. se blocchi il tempo dell'insetto questo non molla fa del suo intento il progetto a lungo annuale, prefisso assiale, l'autostrada che si fende a strisce. andando in macchina di notte, col rigore d'estate, fai l'accessorio del sedile, diventi volante per la vibrazione l'amplificatore delle scosse, ti godi se non guidi, deglutisci il design delle luci, crollano ricorrendo alla spinta del motore. e intanto, zanzare.
se te ne entra una nella cassa del torace, allestisciti la guerra, saranno fra gli organi alleanze lo schema delle ossa fa da trincea o gabbia come i pedoni nelle fasi d'apertura ma tu non riesci a guardarti in fondo alla gola l'esofago è in schianto ti esce dalle labbra il lampo, il fumo della bile dopo puzzi d'alito ma la zanzara ha fatto rambo illesa si prende gioco di te fa del deglutire una mirabilandia attraverso le lacrime si tira la statura si schiaccia laterale per farti più solletico per darti fastidio non si stacca dal tiro del bulbo si fa il trailer con la tua agonia si spara due punture tu in coma da prurito il tutto deteriora anche se è fuori il tuo diniego è uguale perchè ti sono cresciute tante palle sei diventato una catena montuosa colle scosse sismiche all'apice l'andatura della pelle fa del tuo sapere col sangue una planetologia bifocale perchè i muscoli hanno le lenti tu invece hai scarti di carne timbri sopra il polso tutto per farti grattare per portarti all'ustione dell'anima e tutto perchè se non è così la zanzara muore


s-offerta musicale

cedendo muore il passo, incassando, l'ammonire dell'ala del vapore
che enfatizza il vacuo avvolto di vago dissolto nel punto più sgrammaticato
della trasparenza, viene soffocata ogni valvola inghiottita dal timbro che
le permette il girotondo, come un anello narcotizza una ruota, ci si volta
chiedendo al mappamondo dove è X o dove è O, qualunque caso pezzo
gratis che decade, irradia lo schema della stanza la lapide in cuscino
l'attinenza all'assonanza in cui la scrivania può annegare, carica di cambi
intervallati dall'effrazione della frequenza, campi di crampi o efficacia
della permanenza che si muove a munizioni di rotelle, caricata ogni volta
con l'elastico dell'area, appena appena sfonda come uno scroto di cannone
in tutta una membrana che non è eco ma risonanza che risponde, la vittima
della scia, si compie senza avviso, la ripetizione della massa non per dire
ma ripetizione di quantità in detta profusione, la legione dello sforzo
sembra a tutti noi la mancanza del riflusso, il cambio dall'aria viziata da
un plotone esposto in un serbatoio di pelle, tanica tentacolare e direte
voi ciò che coincide con l'interno del cranio, infatti fà da casco al centro
dell'arrivo, la fermata, la fase che vien battuta come da un'edizione completa
della brilliant classics, va a tono chipmunks, va forte, spedita a regimi
di scansione. in pratica ogni battuta dà respiro alla modulazione, fà del
ciclo il passo, palpita come un canone una fuga di bach proprio nel senso
che correndo cade nel timpano, nel sentire, nello stereo nuovo che trasmette
l'offerta musicale (BWV 1079 guerra all'ignoranza), a forma di bollicine di chinotto
per il quale noi siamo il nero e dove il gas sta per ciò che ci sta a cuore.
dove il contrappunto è in contrazione, significa che è in di più, stà dove non
deve
, refrain della condizione che crolla la misura per divenirci ognuno
in eco del peggior brano che s'inventerà con l'anatomia dell'azione
sino alla compressione di ciò che è stanco. temo che finiamo in 4'33"



koyaanisqatsi a domicilio

prendiamo una parola, incartiamola con l'unghia a capo, sovrabbonda sovravvenendo, andando in fila coi condomini, più la minicorda appesa al traffico del collo, la sua aria che tira male, fuma gas di ghiandole, può pulsare dentro una mano, sentirla giù per strada all'angolo ematico, nella separazione diagonale, marginale al resto delle 11.00 quasi ora di ricreazione. invece, una consonante di pelle è piombata nel cervello di qualcuno attraverso un fascio prenatale di finzioni, perchè se è una pelle deve per motore attaccarsi al tutto tranne che all'"e"ntry ed "e"xit proprio le "e e" di fluido, se è la consonante faccia da pellicola, tessuto animale all'emissione che a presso si concentra, bordi di vocale. gira e rigira ogni trasmissione è assunta sì di sangue, da servire freddo o caldo, chiediamolo a dahmer, al ventricolo ventilato di quel tricipite che è stato mangiato, alle circolazioni di polvere che non si vedono mai, ai morti impiccati nella mia taverna o alle dinamiti appese al timer che percorre lo scoppio. sospesi agli spigoli dell'appartamento, frazioni che si ingaggiano al posto dei passi, per chi vive solo. per chi non fa nulla. il reato dello spegnimento. il terreno con la misura dello zero, le rotture dell'immoto, la retina che funge da punto colloidale. solo sfregamento di prendere l'aria nell'evento mosso dal cancro di passaggio sulla tensione di un corso di lingue o formazione comunque ricettacolo della propagazione propria alla regressione che sia scissione o agglomerazione di one. parto come si vede compromesso come ostaggio mi penso prima di spingere la legna nel testo spezzo nel piano la struttura di pace cioè la resa incondizionata alla funzione come trasduttore io lo faccio colpevole la vita lo fa prima si arde di question words 5ws cercavo il dolore del testo il suo difetto rappreso nella recezione del subietto ma anzi mi sono accorto dei pezzi morti che impaccati pendono dal tetto e di tutta questa dissezione inutile poichè io rivelo al prete sempre più rasente al contesto che era il verbo poi la carne ora l'heideggeriana scossa la scarica che sventra la scorza di scoria della storia più sempre più faceta in quanto esegeta faccenda alla sola breccia che dove poggia un'esistenza col solo legame di se stessa mira al vuoto in quanto priva di rapporto ed è qui che è proprio niente soppressione di relazione fa l'indubbio fa l'inequivocabile bagliore. prendo fiato, per dire che in questo che ci è capitato ci dev'essere qualcosa di sbagliato, un guasto, un misfatto, ricatto



sii alvin chi può

per spiegarlo. si deve inzupparsi di unità. si deve sentire la cima del tanfo. nel silenzio di simon. come grido d'aiuto. comprimerlo nella lente. almeno per escogitare il secondo. rivolgere il freno allo scadere. uso cronometrato. l'atto nel metro. in diktat nel punto. crosta del vuoto. che si distende. nel perimetro della sottrazione. rimessa dal deficit. ferita dello spazio. globo di contatto. non c'è lesione che tenga. mai più ascoltare il resto. considerare i consigli dell'occlusione. del significato portato fuori dal termine. a congiunzione col prurito. conferenze da gabinetto. contapalle incallito. se avesse un cartello. proferirebbe ciò che non può. nella realizzazione del già terminato. del secco e dell'aggancio. con lo sconto dell'ombra. seccamente. il cinismo non ne compie l'altezza. più che altro. s'innestano stimoli. si ha il tono in aderenza. con la simmetria. si fondono i crescendo al condotto della stasi. le eliche controluce di ciò che non si sogna. in rilievo. la nostra realtà che non si mantiene. se non altro perchè l'esistenza è in sconto. durata detratta. tutto compreso. nel senso che non le diamo. è ovvio. ha carenza in riflesso. più che condizionato. di molto. è lei che non si prende. ma pretende. anche i tratti. tra cui si è in mezzo. fiammiferi dell'indietro. margine della figura. il volto. un pelo. la coda. scene del divario. per l'appunto la coda non ce l'abbiamo. ci si crea indietro. non tutti possono farlo. alla quota dell'orma. ora traccia. punto di sabbia. soltanto.





http://www.youtube.com/watch?v=uRiDFDEuIjA

crocevia dell'exit

più che invertire le rotte - sia - lo scambio delle maniche - muoia - la gola del sangue - si secchi - il clistere del nostro retto - lo stesso - inganno terminale cioè la galleria - che diviene - exit ovvero l'espansione della materia - tentativo di breccia - output bitonale.
ora so che fare dell'impulso di conservazione - punterò - sempre più ora il mantenimento all'intercessione - ancora saprò - che l'entrata è un incrocio e lei - si dà da fare - optando per il traffico - diciamo - pura contaminazione.
credere all'innesto = unità dell'andare
saputo questo revival ed esodo sono partenza dell'avvio. niente di che si è solo compresa la totalità del moto. proprio rispetto alla direzione.
sulla tensione del segmento - potrò fare - fenomenologia delle vie - colorare - di nero il quadratino - lo slamdunk - della griglia - smuovere - la torre da h8 dritta al dilanio o - stendersi - nudo al mangiarsi delle strade.
scherzi a parte l'accanimento - non lo definiamo - salutare neppure al rimedio nella posizione - del declino - perchè chi sale scende e chi va si ferma se non altro dal momento che l'accelerazione - diviene - inerte - alla realizzazione - di sè stessa - svanisce - al suo soppesarsi.
in fondo tutto questo andare è l'andata per la fine - la destinazione - del corpo che rimpicciolisce il grasso che consuma la propria idea - nell'intento - della spinta. cioè in segreto:
continuare può essere solo spegnimento dell'accezione - l'evoluzione della gittata




0 è un portale

sulla matassa ci si scotta, s'ustiona la forma in
pelle, muore ogni conflitto nel filo netto della corsa,
la disgressione della roba in pelle morta.
un'ora e poco più, un esito della somma
lasciando soli alla perdita dentro il gelo
il distillarsi del ferrigno che formula il sole
strozzato, vorrei ed è così il concepimento
fossile, a catena di manutenzione, il porto
in ferrovia, l'abbandono delle lamette in ferro
nell'evaporazione dell'impianto.
in inclusione dell'arnese al di là del peso,
la frizione del neon, la stenografia del graffito,
pietra ingrigliata in crollo chiuso dall'acqua,
ognuna delle rappresentanze si trattiene
nell'addosso, nel detonare del centro
corpo che penzola nel peso.
mi servo del concetto di dosaggio per squartare un
nervo e mandare in fallimento la legge del calcolo,
porta chiusa, striscioni off limits, evacuazione del
personale, 1984, sfratto icastico.
permane il viavai del detrito, resta secco in
corrispondenza, non sa che farsene del carico del dato.
è pesante, ogni oltre limite, soffoca girando sino
all'atmosfera dell'asfalto con la faccia gonfia d'aria,
inseriti nell'ossigeno che scoppia senza un fiato
alla condotta dello scambio.
ma perchè la meno tanto con la permuta è il
contraccambio dello sbaglio, l'errore che pensa
chi vede tutto nel punto, crede, mente, ha accesso alla
ruggine, al contatto dell'inglobazione al puntiforme,
per cui è senza misura, un punto
uno zero può essere solo la deriva dell'inverso
la breccia del mondo per il mondo, l'adatta subordinazione
alla relatività einsteniana dove si corre al buco.
modellandosi a imbuto si scopre il cielo, e la terra
ancora sopra nei limiti del paio, si crede alla strettoia
dell'ambiente. si vede dentro, è nudo, si mira all'intimo,
l'organico d'acciaio attraverso i cori dell'ombelico.
si smonta lo stabile nel cerchione della bici, e cioè
se si pensa al deviatoio quindi tutto è niente e
viceversa e versavice e il punto si pronuncia dove si rompe la rotta,
l'indirizzo di casa tua.
dal collasso al niente, siamo tornati a queste cose



sic transit gloria litoris

fornace da turismo
diffusione infuocata

orme che non ci sono
neve di vomito
polvere irrigata

trascinate ombre e pelle
sfregnante rimbombo di conchiglie
cresta che cade
frangiate e scogliere e chiappe

sole interseca innestando il contorno
dall'odore mefitico del sale
nuda privacy di gabbie

tombe azzurre reclinate
torchio di gente morta
bisogno di croste in asse genitale

dal cardine d'idrogeno la fusione di dune finte
affettate chiazze di melma
sabbia corrotta
gravitazione scottata
teatro d'inedia domenicale

uomini nudi e uno sperduto orizzonte

chilometrando

se tardi nel segmento dell'avanzata quando estingue il cuore
del sole incollando il fulcro dei germi in esposizioni morte
sarà più facile esistere nel tempo della rotazione nella frana
frizionale dell'esserci e dell'essere nudi nell'urto dello stare
col sangue nell'impulso dei decessi di ciò che appare in direzione
della lama al centro del fuoco dirai il muscolo della morale
la gestione delle ossa cioè il freno della carogna questo precipizio
di capelli e lo sai il principio della materia la base della manifestazione
che punta a schemi troppo corti o per lo meno col fiato sulla figura
nell'arco del tentativo cucito nel punto dell'ellisse neanche sorbisse
le schegge del vetro sepolto nel tono a dizione riverso al livello della fronte
e peggio la pulsazione contromano tende ma non rende come ogni
sincronia di se stesso schemi di placche nel tiro del sorso il polo della carenza
che tu non puoi sapere lo immagini nell'esperienza della contrazione
nella manica della misura coi gomiti impiantati dal sudore
sulla rete sismica che sputi nella crepa del pavimento procedura emulativa
impianto delle tonsille con un polmone così te lo ritrovi in mano
in reazione con lo sguardo e le braccia trite nel disegno troppo forte mi dicono
del nervo in fiamme della cellula della corsa dell'impulso fuggito
fino a che l'incavo della piaga non salta dalla carne ad un rilascio di croce
che puntuale si installa col motore sino alla corrente del miglio che
non sempre si scavalca nel cubo dell'unità anzi è circuito dove ogni lunghezza
è il netto diafano che lo si capisca o no della coscienza nel mezzo della linea

MAY OR MAY NOT CONTAIN LIVE ANIMAL

in preda ad una convulsione dalla radice del dente alla consistenza del suono
il valore di un'amichevole morsa di nervi riflette con lacrime la coazione del senso
percezione a principio d'appetito, incoerenza logica delle narici
ordine d'intenzione nella scala viscerale.
sganciatasi la direzione, capita un'inversione del colore, al ritmo dei gradini
nel volume del riflesso, nient'altro che code di pendenza.
e, al deporsi della curva, s'issa il perchè di questo: resta in attesa:
combinazione dispersiva. = sussistenza radioattiva.
quando si potrà fare di meglio le vallate saranno lamette, il baratro la nostra gioia.
tanto per intendersi, la gioia della giostra, lo spegnimento del cuore nello yahoo della discesa
come questo terremoto coinvolto nel silenzio di un'iniezione, che discorre con le anche della scossa fibrale,
del contatto che ha l'ombra con la gravitazione.
intanto, schiaffato nella ghiandola seminale, si compromette il tessuto quantizzabile
ci si sterza nella moltitudine della sacca, con la sensiblità dello spermatozoo,
tutti noi sfondati nella borsa:
inciampate nel bordo del globo, finirete faccia a terra un pò più in là,
mordete questo cranio nel disintegrarsi della pelle; in fondo si parla di palle girate.
suppergiù si potrebbe eliminare la seconda p, e ne guadagneremmo tutti in eloquenza speculativa.
e sempre, con le membra ritte nel contrasto di opinioni aeree, nella ridda dell'udire, nella velocità che prende l'azione,
l'avvertimento del moto è la prova del nove: marchio WARNING: gatto di schrödinger



vomito all'attimo

schiarirsi il timpano vocale, indirizzare le membra dell'occasione, rincuorare i circuiti della capitolazione.
carpe diem al contrario, al rovescio delle sue gambe, quelle d'immoblità volitiva, rotazione speculare.
supino come la lingua tra la lingua nella gabbia dell'intesa - è sempre più facile per te, mostro (consumazione di progenie).
il piano delle cose, il volgersi del cuore al suo istante: sono questi germi che scannerizzano il moto della
discesa, l'arrampicarsi di una mano all'incontro della superficie. lo spazio mediocre - carcassa delle distanze.
anche una scintilla, scintilla incongrua col senso che le do, ma di rapimento astrale - la stretta del sole,
suolo pneumatico al ritmo della decomposizione. semmai una nuotata nell'ammanco del water, porte
sprangate, nucleo infinitesimale. meglio è schiudersi alla chiusura degli occhi, o otturarsi
all'intersezione. a scelta. va bene una qualsiasi, senza troppa fretta. tanto è che vengono asciugati vapori,
con l'intervallo orale, l'acume dei supplementi. figure in coerenze perchè si deve, perchè tutta l'aria è opposta
all'azione, pure se il ricamo, l'eclisse in questione, male sopporta l'intenzione che la consideri usuale,
capitasse che la coda macrologica di una virgola finisse in connotazione - all'angolo del presente, coito gengivale; e
intanto c'è una carenza di secchi, imbuti reattivi per la carogna dell'attimo, i rottami del diaframma.
staccarsi da tutta l'implicazione, senza soli, derivanti un contorno di umori

[Dis]colpa del tutto

tra settori di luce, vessilli d'incendio, non si sa che farsene dell'insieme - del buio
un sorso di muffa, ognuna di queste passioni abbisogna d'invidia il proiettile a motore - la testata del riparo
una chiusura a fossa, inghiottente ciò che nascente, spinta d'indennizzo - polizza di stenta
polverizzarsi nella stabilità d'intesa, in vuoto d'intervento, nello stimolo compuntivo - la sussistenza della ruota
perchè l'esistere traina uno squarcio, parola per parola sino allo stroma sferrato - nel deprecabile dello stallo
andando per i tiri, le portate limite, non si scava, basta la spinta del respiro - la membrana del termine
pentacolo dei sensi, a occhio la portata, si dilatano essenze - il battito dell'eccesso
che non si trema, vero, solo le bucce creano lo sfondo, lo strofinare delle penetrazioni - al rimbombo
nel volume del pletorico, proprio del reato, un fallo che si chiude - ma non si delimita
crollando dalle diagonali del giro dei corpi, dalle distanze ad arco - l'essere investiti dalle sacche
dal soffitto, privo di manette, ascende l'impressione della ruggine, momentaneo - alla congiuntura del batter d'occhio
tutto pare sia periodo di strati, fase di pelle - repulsione dell'OK
amen nel silenzio.

cancellazione

Perdere l'esagerazione del divario
è consacrarne il dislivello elastico -
è lasciar percorrere il contorno
del punto, del fascio che sfalda l'intermittenza
di un vuoto ancora sostenuto -
la sua eco, i suoi gradini precipitanti invece
di un'illusione di statura, il suo colore annesso
al respiro dell'istante, quel suo palpito nei
gomiti della sepoltura.
Nella caduta si calibra il perimetro dello spazio
si tende a convalidare l'urto dell'assenza con
l'appartenenza, competere col carico
nel riferirsi a qualcosa.
In pratica, ci si cancella nella cancellazione
sul regno che è tutto tranne la tua presenza.

x-il-contro REJECTED

scopo corporale in quest'evaporazione di coscienzioso soffio vitale profitto di cardine
l'infisso sulla scogliera d'un incasso immateriale slanciata nel nodo del cuore
nell'abisso d'una carnaccia coagulante d'impasse centrale di memorie
la testimonianza della assenza fra le maniglie della presenza
una privazione ventilata dal miraggio di ciò che condizionale
si sono strappate le tirate con l'utopia nei crampi d'una corrente di convenzione
come un sollevamento di vento come uno spiraglio di quota come momento angolare della caduta
quel sorso di sangue che ha ritagliato un corpo potenziato dal proprio rincorrere
alla fine si segue incondizionatamente il proprio coglione le ante della propria intromissione
ci si slega per richiudere ci si squarcia per questa eclisse in cui tutto è a proprie spese
e questi circuiti di passaggio queste breccie di tensione devono divenire speculazioni da macero
putrefazioni metafisiche
p.s. da notare tali slanci sono droghe in siringa droghe prelevate dal liquido seminale
p.p.s. gettare le maniglie e stagionare
p.p.p.s. escludendo la prospettiva
cerniera anestetica dove uno spasimo è inteso inferiore.
il se stesso rifiutato.



no z

su pliche sorde cognomi di memorie
pesanza precaria di un sacrificio in discesa
colore eterno che brucia l'attrito spaziale
nei peti respiratori scannati dalla violenza
inaudita violenza dei loro accordi
stadi supplementari suppletivi verbi
cassa di clima sussiego serafico
settimana enigmistica non curata
dagli incidenti delle proclive parole
quando il vocabolo aspirato succhiato
in trascinio da google fornicato da eco
protoformato a senso

termine eccitato in ventre
si stila uccidendosi in traiettorie spaziali
paio di reali dimensioni
ascissa circuisce la storia fornendone orizzonte
ordinata si sventra nell'oscillare in tempo di puzza
sciarada inciampata nell'x
nell'urto missilistico col suo pene sminuzzato
che sta sotto un nome nonostante la sua
spiccata propulsione per le cime
y finchè si trattiene l'ombra del senso
quando il senso di una cosa
lo determina la decisione
l'addietro in elaborazione o l'informazione simbolica
cavità orifizia sede del ripiego in verso
le lingue farne un groviglio grondante onomateopico
convulso di peccato
corda di legume innestata fusione
il collasso che da solo scopre solamente
un bisogno per retrocessione

sarebbe bella cosa penetrare la reazione nucleare delle
parole contromano sino all'angolo 0
quello di collisione




Play

Nel salotto affollato dall'albore vuoto d'una tintinnante nebbia corimbosa,
l'anonimato permane come una fisica costante.
x si è aggrappato ad un violino, e posteriormente lo sevizia...
fiata l'attrito secco sui cuori degli accordi, screzia i vibranti con un affranco definito,
il ritmo scorre come miele di serpe, urto gravitazionale grigio;
gli spasmi appartengono all'impugnatura, al filiforme arco stupratore
profanando il cubo di silenzio.
-Tunc-. La mano sterile pertinenza di x s'incrina
e lo strumento bruno e piano si libra in un infarto di vuoto
nel tunnel di una flessione immobiliare.
Carogne a terra, putrefazione di competenza. x, in propulsione di culo
s'irrettisce dalla sediolina cigolante, la contingenza è satura
il fono spento e x, nell'imprevisto di una possibilità erutta.
Scarica imposte, esplode nelle rotture della gola
e solo una pressione potrebbe misurarne la tassazione.
Spacca le incrinature dei vetri, l'opaco declino delle copertine dei libri,
nell'oscillazione provocata dei mobili, il tremore epilettico del solaio.
Le crepe vibrano delle sue risa inconsulte, il moto si percuote di demenziale.
E l'ilarità accredita x; lo fa per davvero.

Perchè coartare con l'arte quando si può applicarsi con una risata?
Infine, nella polvere coricata sulla tv al plasma, sui beni morti garantiti dall'assenza dei 400-700nm delle tapparelle
la contabilità di un gioco è un gioco: sputo creativo, altare del diversivo, sconto del debito verso il vuoto di se stesso.
Nubi di fumo, perdute nel cielo, l'alienazione sbiadisce le forme attrattive, ecco il tasso d'interesse che s'eleva
alle inezie crepuscolari.

evasione dalla fottitura

sarebbe come dire che evado da una apodissi dentro di me - [d]al mio interno.
cioè mi dimentico, si può anche dire fotta la fottitura pronosticando il tunnel per la trivellata.
sopravvivo all'atto, ossia ne sono estraneo. vale questo, anche se non è vero.
recuperiamo il tempo che ci ha fatti perdere? - infatti il tempo non si perde: disperde.
allora perdetevi, fatti vostri: